Death Valley - Bryce Canyon (sconsigliato)
(day 9)
km 679, h 08:32
Pernottamento: Bryce View Lodge (USD 54/camera, no tax)
Programma: sveglia all'alba e visita alla Death Valley - trasferimento Bryce Canyon attraverso lo Zion Canyon
Sab
9
ago: alle 6.00
albeggia e alle 6.30 apre il check out dell’albergo. Strano ma la temperatura
ora è primaverile, fuori c’è parecchia gente che si gode i “freschi”!
Ritrovo con gli amici milanesi e si parte verso Badwater
e Artist Palette. La prima che
troviamo è l’Artist Palette, tavolozza del
pittore, chiamata così in quanto i vari depositi minerali nelle diverse epoche
hanno lasciato molteplici striature di colore che vanno dal verde/blu al giallo
e rosso/marrone e assumono colori sempre nuovi durante la giornata a seconda del
riflesso dei raggi di sole. Peccato che a quest’ora è tutta in ombra (è da
vedere nel tardo pomeriggio o al tramonto) e così… Badwater!
Questa crosta di sale bianca (è un ex bacino salato a 86 mt. al disotto del
livello del mare che dopo l’evaporazione ha lasciato vari strati di fango e
sale) dovrebbe essere splendida con i barluccichii di sole, c’è ancora
dell’acqua un po’ stagna ma non si vede nessun organismo vivente dentro.
Tutto ciò si può ammirare da sopra una piattaforma in legno. C’è una
famiglia di orientali oltre a noi che incurante dei cartelli che vietano di
calpestare la delicata crosta ci cammina sopra allegramente!! Grr..
Ah,
mi raccomando visitate prima Badwater e poi l’Artist Palette in quanto
quest’ultima si trova su una strada a senso unico di marcia e noi visitandola
per prima siamo tornati indietro per poi ritornare sulla stessa strada che
portava a Badwater.. non avete capito niente? Non importa basta che facciate come
vi ho consigliato! E non andateci di primissima mattina!!
Torniamo
indietro e anche se lo Ste vorrebbe andare a vedere più da vicino la zona verde
che spicca in mezzo a questo “deserto di sale” e cioè il Devil’s Golf Course (ennesimo campo da golf... che maniaci gli
americani) non c’è più time!!
Prendiamo la deviazione verso Zabriskie Point
(del famoso ed omonimo film di Antonioni). Questo è un posto che non
dimenticherò mai (non che gli altri...) ma è completamente diverso da ciò a
cui siamo abituati, non si tratta di terreno marrone o ocra ma piuttosto una
strana gradazione di grigi su una superficie perfettamente ondulata... anzi
corrugata vista l’intensa e passata attività vulcanica! Comincia a fare più
caldo ma il panorama è superlativo, siamo sempre noi e i milanesi e dopo
qualche foto si va alla prossima tappa che è Dante View
a 1669 metri di altezza, dominante dall’alto il lago salato di Badwater
(accipicchia, ecco cosa ci faceva ombra!!). Ora Badwater
è un po’ al sole e lo possiamo contemplare con calma, molta calma anche perché
i milanesi sono simpatici, tra un po’ ci dobbiamo lasciare così si parla di
più e del meno...
Dovete
sapere che la meta canonica dopo la Death
Valley è Las Vegas, cosa che noi
abbiamo deciso di posticipare per evitare il caos del fine settimana (inoltre le
camere costano il doppio) raggiungendo direttamente il Bryce Canyon... tappone da 800 km e 9 h di viaggio... cosa anche
fattibile se non ci fossimo adagiati in piscina la sera prima invece di
prenderci avanti con le visite e soprattutto non avessimo perso tempo a
chiacchierare ora con i ragazzi. Ci troviamo quindi intorno alle 13:00 a
contemplare dalla strada gli alberghi giganti di Las
Vegas e con un carico culinario di MCDonald’s
si parte verso il Bryce. Come sempre
ci alterniamo alla guida ma la strada è lunga ed il traffico è ‘pesante’.
Entriamo nello Zion National Park
verso le 17:00; il paesaggio è magnifico, tutto è rosso, anche il cemento
della strada, le montagne sono multicolori e striate. Ogni tanto ci fermiamo a
dare un’occhiata e anche qui ci sarebbero delle belle passeggiate da fare ma
il caldo è fotonico e la cosa migliore per noi è quella solamente di attraversarlo
al fresco dell'auto.
Arriviamo
alle 18.00 a Bryce (alla fine abbiamo un po’
pestato sull’acceleratore, in barba ai limiti) ma col fuso dello Utah sono le
19.00, in più in hotel non ci trovano la prenotazione della camera... Tutto
attorno a noi è cosi meravigliosamente western, le case in legno, l’arena
dove alle 19:00 c’è il rodeo (se fossimo arrivati prima!!!), le
carrozze indiane (si, si) lo western
store, e pure il vecchietto della reception, che non capisce il mio cognome
e soprattutto che ho prenotato per questa notte e non 2 notti fa, ha la cintura
con la fibbia in metallo a forma di orso, il cappello yankee e pure l’orologio
con cinturino in metallo lavorato con effigie di orsi!
Alle
20:00 finalmente ci trovano un alloggio però in camera fumatori (le mie parole
famose: NO PROBLEM, WE DON’T SMOKE), …‘na puzza in camera, pure la tenda
in plastica della doccia sapeva di fumo, lo Ste con mal di testa da viaggio, il
rodeo oramai andato, il tramonto sul Bryce pure... Lascio lo Ste moribondo in
camera e io faccio un giro per il paesino a prendere qualcosa di veloce da
spiluccare in camera. Dopo un’oretta e mezzo (si sa noi donne…, c’erano pure
i souvenirs) ritorno nella tana puzzolente, spalanco tutto, sveglio lo Ste ‘più
di là che di qua’ e lo costringo a ingurgitare doppio panino al bacon, gelato
al cacao artificiale e bevanda viola simil succo d’uva... "mangiacheèbbuono"!!
Risultato: dopo mezzora era in bagno a rigurgitare il tutto (beh almeno ora la
stanza aveva cambiato odore… BATTUTACCIA) e io leggermente in colpa indecisa
tra l’andare a reggergli la testa oppure preparare il programma per domani...
Ovviamente
ho scelto la seconda chance. A letto come le galline, ma di vedere l’alba non se
ne parlava viste le condizioni dello Ste.
Peccato
per il trekking sfumato, c’è un percorso, il Sunset Point (Navajo Trail) di 3,5 km, che dura meno di 2 ore con un
dislivello di circa 160 metri e che sarebbe stato l’ideale per immergersi nel
rosseggiare del tramonto!