Yosemite - Mammoth Lakes
(day 7)
km 220, h 03:10
Pernottamento: Roadway Inn Mammoth Lakes (US$ 69/camera, no tax)
Programma: attraversamento dello Yosemite via passo Tioga - città fantasma Bodie - Mono Lake - Mammoth Lakes
Gio. 7 ago: arrivederci Oakhurst!
Ritorniamo sulla Yosemite Valley, che
oggi ha tutto un altro aspetto: avvolta da bruma e nebbie sembra una
giornata autunnale … Scopriamo poi che si tratta di fumo: è usanza comune
dei rangers appiccare dei cosiddetti “incendi controllati” al fine di creare
spazio per le sequoie ‘sgomberando’ con il fuoco (le sequoie non
bruciano facilmente….) le piante nocive per esse e con il gradito effetto collaterale di
rendere il terreno ricco di minerali. Ci dirigiamo poi verso nord sulla
spettacolare Tioga Road (Hwy 120) e ci fermiamo al Tenaya
Lake, posto ideale per uno spuntino a base di pink lemonade e skin pork chips
(ovvero delle patate al gusto di costina di maiale….. ‘na schifezza!!) Anche
qui c’è pochissima gente, l’acqua è verde e trasparente, attorno a noi
verdi boschi e monti.. Immergiamo i pieduzzi.. libiidinee, questa è vita!!
Passiamo quindi attraverso le verdi, e tanto decantate dalla ns. nuova guida, Tuolumne
Meadows (praterie verdi; anche verso Asiago, dalle nostre parti, se ne trovano -ndr-) e arriviamo
ai 3031 m del Passo Tioga. Qui c’è un altro
bel lago ma il clima è un po’ più fresco, per non dire freddo, tira una ‘bava’,
non molto più su si vede neve residua tra le rocce! Ma tutto questo non ci
ferma: ci eravamo preparati dei buonissimi panini con affettati in scatola,
formaggio arancione da tubetto e cherry coke (coca cola+sciroppo di fragola) e
quindi ci mettiamo ad esplorare le rive del lago fino a che non troviamo un
posticino un po’ riparato dal vento per ‘picniccare’. Lo Ste addirittura immerge i
piedoni per andare a far la foto in acqua.. che coraggio.. ma cosa non si fa per
i posteri!!
La prossima meta è la città
fantasma di Bodie, sviluppatasi con i cercatori
d’oro e abbandonata non si sa perchè visto che la gente se l’è data a
gambe in fretta e furia nel 1934 lasciando dentro le case tende, suppellettili,
attrezzi da lavoro, giochi... Si possono così intravedere dall'esterno il saloon provvisto di bottiglie
impolverate e tavoli da gioco, il mortuario con le bare, la scuola con i quaderni, i libri, i
gessi.. Avevo già visitato la città fantasma di Calico (fra Las Vegas e Los
Angeles) qualche anno fa, dove ci sono addirittura i personaggi in costume che
mimano scene di vita dell’epoca e sparatorie, ma questa cittadina è più ..come
dire… ‘morta’, cioè più vera! Sono comunque entrambe accomunate da un
caldo allucinante e dal fatto di non essere così facilmente raggiungibili……
Ma dove andavano a costruirsi le case ‘sti californiani!! Scendiamo verso la
nostra meta serale, e cioè Mammoth
Lakes, fermandoci prima al Mono Lake ovvero
uno dei laghi più salati al mondo, prosciugato nel tempo per soddisfare i
bisogni idrici di Los Angeles (è calato di una quindicina di
metri rispetto a cento anni fa!). Man mano che il livello dell’acqua scendeva
affioravano delle strane stalagmiti calcaree/saline; dopo esser passati al
Visitor Center facciamo fatica a trovare il punto più bello del lago, a sud il South
Tufa Grove, dove si trova la più
alta concentrazione di formazioni di carbonato di calcio.
Trovata finalmente la zona giusta lasciamo
l’auto nel parcheggio e camminiamo per un sentiero in mezzo ad una bassa
sterpaglia (frequentata da serpentelli c'è scritto...) finché vediamo queste strane formazioni grigio-azzurre che creano
dei magnifici riflessi sull’acqua calma del lago. Mono
deriva da una parola indiana che significa mosca, infatti le rive sono piene di
nugoli di questi insetti, che costituiscono un lauto pasto per gabbiani ed altri
uccelli di cui il lago è popolato.
Riprendiamo la fidata Focus e
arriviamo, a circa 35 miglia a sud di Bodie,
a Mammoth Lakes solamente a sera inoltrata anche
perché un po’ distratti avevamo preso la deviazione per la Mammoth Mountain arrivando belli come il sole fino al passo a 1500
m…… Tutte le macchine che scendevano e noi gli unici a presentarsi
all'ingresso del parco! Un ranger di buon cuore alla fatidica frase "We
get lost!..." ci dà delle cartine e le indicazioni su come
scendere in paese e raggiungere il nostro motel; quest’ultimo dispone di
piscina, che non possiamo usare vista l’ora, quindi ci facciamo un giro per il
paesino, che d’inverno si popola di turisti per le rinomate
piste sciistiche della Mountain.
‘All’alba’ delle 22.00, vista la scarsità dei posti da ristoro (veramente
ce n’erano, ma non riuscivamo a trovare un accordo!) e le lagnanze dello Ste
stanco di pizza e “schifezze” varie, decidiamo di entrare in un market e
prendere al banco gastronomico un gustoso polletto allo spiedo con patatine e
frutta tropicale che sbafiamo in camera con caffettino americano alla fine (in
quasi tutti i motel abbiamo trovato le macchinette del caffè), e ‘notte!